lunedì 18 febbraio 2013

Visita a "Dialogo al buio"


Quest’anno la nostra scuola ha deciso di organizzare un’uscita didattica all’Istituto dei Ciechi per sperimentare le emozioni che prova un cieco. La mattina ci siamo ritrovati nel cortile della scuola e ci siamo diretti in stazione.
Abbiamo preso il treno e siamo andati poi in metropolitana. Arrivati all’Istituto, ci siamo sistemati in una saletta e abbiamo aspettato la guida che poi ci ha condotti in un’altra sala e si è presentata.
Il suo nome era Graziana ed era cieca. Nell’attesa di iniziare il percorso, Graziana ci ha spiegato come un cieco vive la propria vita e come ci si può orientare anche senza l’utilizzo della vista.
Arrivato il nostro turno ci siamo divisi in gruppi. Graziana ci ha spiegato che c’erano cinque stanze diverse che rappresentavano cinque luoghi dove le persone trascorrono la loro vita e che queste stanze erano completamente buie e noi dovevamo orientarci al buio. 
La prima stanza era un giardino. All’inizio era molto faticoso orientarsi senza vedere. All’interno di questa stanza c’erano degli alberi, un toro, una mucca e un ponticello traballante che abbiamo dovuto attraversare senza cadere. 
Nella seconda stanza abbiamo notato un tavolo dove abbiamo cercato di passarci una palla l’un l’altro e cercaro di capire con il tatto cosa era rappresentato sui quadri appesi alle pareti.
Nella terza stanza c'era una banchina: abbiamo toccato l’acqua e siamo saliti su una nave dove siamo restati per qualche minuto. 
Nella quarta stanza ci siamo immersi nella città: infatti abbiamo toccato delle noci e delle nocciole; oltre agli ortaggi del fruttivendolo, c'era anche una moto e una macchina. In questa stanza ci siamo divertiti molto. 
Nella quinta e ultima stanza ci siamo ritrovati in un bar dove abbiamo consumato delle bevande come succhi e coca-cola e tutti insieme abbiamo espresso le nostre opinioni sull'esperienza appena vissuta.
Usciti abbiamo lasciato la nostra firma su un libro, abbiamo ripreso gli zaini e ci siamo diretti verso i nostri compagni.
E’ stata un’esperienza magnifica.

Alessio B.