mercoledì 4 dicembre 2013

La prima seduta del Consiglio Comunale dei Ragazzi

Il 26 novembre 2013 si è svolta, presso l'aula consiliare della città di Seregno, la prima seduta del Consiglio Comunale dei Ragazzi. Ecco cosa è successo.

Il 26 novembre 2013 il Sindaco di Seregno, Giacinto Mariani, ha convocato i consiglieri delle scuole di Seregno: tema della seduta “cittadinanza e costituzione”.

Il sindaco dei ragazzi, Andrea Bassi delle scuole Mercalli, ha dato il benvenuto a noi consiglieri e, prima di iniziare a parlare di cittadinanza, ha dato inizio alle votazioni per eleggere il vicesindaco, che è risultato Federico Brenna della scuola Sant’Ambrogio, e del rappresentante della stampa, Riccardo Trabattoni delle scuole Manzoni.



Prima di dare la parola agli avvocati presenti, un alunno delle scuole Don Milani ha fatto un’interpellanza al Sindaco dicendogli che nella loro scuola mancavano le sedie: il sindaco, allarmato, è andato subito a cercare di risolvere il problema.

Gli avvocati presenti hanno poi spiegato alcuni aspetti giuridici della Costituzione che è la legge fondamentale per tutti gli Stati e hanno specificato che non è il libro, ma che è il contenuto a chiamarsi così. 
La Costituzione italiana nasce nel 1948 ed è composta da 139 articoli che parlano dei diritti e doveri del cittadino, ad ogni diritto corrisponde un dovere e viceversa.
Nell’articolo 1 si dice che l’Italia è una democrazia, ovvero è governata da un insieme di persone elette dal popolo tramite il voto. Per essere votati occorre esporre il programma di governo nella campagna elettorale del proprio partito in modo convincente. 
La campagna elettorale è composta da molteplici iniziative, complessivamente la spesa deve rientrare nel budget stabilito dal partito. Possiamo dire che la campagna elettorale è una sorta di pubblicità al partito e ai suoi candidati. 


La seduta è continuata con una simulazione di Consiglio comunale, dove i ragazzi hanno discusso su come spendere il denaro a disposizione per diverse attività che coinvolgevano la cittadinanza intera.

Nel frattempo è stata risolta la questione del numero di sedie della scuola don Milani: il Sindaco di Seregno ha spiegato che ha mandato alle scuole Don Milani delle sedie prese dal magazzino comunale e che avrebbe cercato di risolvere questo problema.

La prima seduta del consiglio comunale dei ragazzi è così terminata alle ore 12.00.

Federico Bolis




domenica 1 dicembre 2013

Cosa scegliere?

Mio padre è un imprenditore: possiede una ditta dove si producono articoli di ferramenta e accessori per il mobile. Mia madre invece si occupa della casa e della famiglia e collabora part-time con il papà.

D:  Papà sei soddisfatto del tuo lavoro ?
Papà:  Edo come ben  sai, il mio è un lavoro di grande responsabilità. Sono a capo dell’azienda di famiglia, creata ormai più di cinquant’anni fa da tuo nonno Carlo Mauri, la ditta Maco, dove produciamo articoli di ferramenta e accessori per  il mobile. E’ un lavoro molto interessante e gratificante, anche se in questi ultimi anni attraversati dalla crisi economica mondiale, i problemi da affrontare sono molteplici. Nonostante tutte le difficoltà che ogni azienda privata e autonoma deve affrontare, sono molto soddisfatto del lavoro che svolgo, soprattutto per il fatto di poter prendere  in modo assolutamente autonomo e indipendente le decisioni migliori per l’azienda.

D: Mamma, sei soddisfatta del tuo lavoro?
Mamma:  Io mi sono occupata fin dalla nascita dei tuoi fratelli, e poi dalla tua, della casa e della famiglia. Mi sono preoccupata di accudirvi e di seguirvi nel vostro cammino di crescita. Sono molto soddisfatta di quanto ho svolto, visto che sia tu che i tuoi fratelli siete dei ragazzi intelligenti e responsabili ed anche molto bravi a scuola. Da qualche tempo poi aiuto part-time anche il papà nella sua attività. Svolgo un  lavoro d’ufficio, che ho praticato anche appena diplomata, che mi piace molto perché mi permette di stare a contatto con tante persone con le quali oltre al rapporto di lavoro, si creano spesso anche rapporti di amicizia e di cordialità. Questo mi gratifica molto personalmente e completa il mio ruolo di mamma casalinga.

D: Papà hai scelto tu di svolgere il tuo lavoro?
Papà: Fin da quando ero piccolo andavo molto spesso nella vecchia fabbrica del nonno e mi è sempre piaciuto vedere le macchine che stampano la plastica, piuttosto che i torni all’opera e ho sempre pensato di continuare l’attività iniziata da mio padre. Infatti dopo le scuole superiori, mi sono dedicato a questo lavoro. Inizialmente ho seguito e imparato le tecniche di produzione e tutto ciò che veniva svolto in ufficio, per avere una visione globale di ciò che significa gestire una azienda. Poi dopo qualche anno di esperienza, ho preso il comando della stessa insieme al mio socio .

D: Mamma, hai scelto tu di essere casalinga?
Mamma: Da quando mi sono diplomata fino alla nascita dei tuoi fratelli maggiori ho sempre lavorato in ufficio nell’azienda di papà. Poi diventata mamma, mi sono dedicata per mia scelta alla vostra crescita e di questo sono molto contenta. Ora, che riesco a conciliare sia il lavoro d’ufficio che il lavoro di casalinga, sono molto soddisfatta delle mie scelte.

D: Papà e mamma, che lavoro avreste preferito fare?
Papà: Come ripeto, sono molto soddisfatto del mio lavoro, ma se avessi potuto avere un’altra possibilità, penso che avrei fatto il pilota di auto, visto che mi piace molto la velocità.
Mamma: Sono contenta della mia attuale attività anche se avrei voluto imparare più lingue straniere che invece non conosco. Magari avrei potuto lavorare per aziende e viaggiare di più per il mondo…


D: Voi genitori, avete un’ idea di ciò che dovrei fare io da grande ?
Papà e mamma: Secondo noi devi decidere tu quello che vorrai fare da grande. Devi poter svolgere un lavoro che ti piace e che ti gratifica qualunque esso sia. Se poi vorrai scegliere di continuare l’attività di famiglia per noi sarebbe una grande soddisfazione e un onore. 

Edoardo M.

sabato 23 novembre 2013

Un grande fotografo: Robert Capa

Robert Capa nacque nel 1913 in Ungheria. Studiò come fotografo in Europa. Con le sue fotografie documentò molti conflitti nel mondo, dalla guerra spagnola alla guerra d’Indocina.
Morì in Indocina a Thai Binh, nel 1954 su una mina antiuomo mentre fotografava gli spostamenti delle truppe francesi.


Come diventò fotografo
Durante gli ultimi giorni di scuola prima degli esami finali, Robert era molto preoccupato perché non aveva ancora idea di quale strada prendere. Tutti i suoi compagni avevano già un’idea su cosa fare: alcuni avevano intenzione di diventare poliziotto, panettiere nel negozio del padre, avvocato. Lui era l’unico ragazzo che non aveva ancora scelto il suo futuro. Nonostante tutti i suoi sforzi per trovare qualcosa che gli piacesse, Robert non trovava ancora la sua strada tanto che uno degli ultimi giorni di scuola pensò quasi di farsi bocciare per poter rimanere in quella classe  e non affrontare i problemi del futuro.
Verso la fine dell'anno entrò nella classe di Robert un signore tutto vestito di nero con un grembiule addosso che teneva in mano un trespolo a tre gambe su cui era fissata una specie di scatola. Era una macchina fotografica. Il preside e gli insegnanti sistemarono i ragazzi per la foto di classe. 
Il fotografo sistemò la propria macchina rivolta verso i ragazzi. Controllò la messa a fuoco, ruotando avanti e indietro l’obiettivo, diede un’occhiata alla classe e cominciò a contare.
In quel preciso istante Robert notò che uno dei suoi compagni non era in posizione giusta per la foto, infatti era con il viso voltato da un’altra parte. 
Allora  Robert pensò che con quella fotografia l‘immagine dei suoi compagni sarebbe rimasta per sempre nel tempo tranne che per il suo compagno che era voltato. Si sarebbe così perso il ricordo del suo viso. Lo colpì soprattutto il fatto che una macchina fotografica potesse fermare un preciso momento nel tempo che mai più può essere ripetuto nello stesso preciso modo.
In quel momento Robert prese la sua decisione. Trovò  finalmente cosa gli  piaceva veramente e che poteva riempire gli anni futuri di gioia.

Alessio B. 

venerdì 22 novembre 2013

Ritorno al futuro

Riviviamo le scelte scolastiche che i nostri genitori hanno compiuto prima di noi e che fra poco anche noi ragazzi dovremo compiere.
Nella seguente intervista mio papà racconta come ha fatto a scegliere prima la propria scuola superiore e poi anche il lavoro. Il testo evidenzia come in noi possano nascere passioni contrastanti che ci mettono a dura prova per quella che poi sarà la "grande scelta".

D: Ciao papà, sto facendo un lavoro per la scuola, mi chiedevo se avessi cinque minuti per rispondere ad alcune domande?
R: Certo, inizia pure.

D: Riguardo alla scuola superiore, eri indeciso come me quando eri ragazzo?
R: Ero molto indeciso perché ero uno dei pochi che aveva scelto un liceo, la maggior parte aveva scelto scuole professionali o istituti tecnici, quindi ero un po' spaventato.

D: In quanto all'indirizzo in base a che criterio avevi scelto?
R: Alle medie mi piaceva la matematica: era la mia materia preferita e quindi ho scelto lo scientifico. Ho seguito la mia passione.

D: Trovi che sia più difficile scegliere oggi o quando tu eri ragazzo?
R: Oggi ci sono più indirizzi e quindi è più difficile scegliere: d'altro canto la scelta ai tempi era "più obbligata": se ti piaceva matematica c'era uno scientifico e se non volevi fare latino c'era ragioneria.

D: I tuoi genitori ti hanno in qualche modo obbligato nella scelta del liceo? 
R: No mai. Le decisioni di questo tipo spettavano a me e io dovevo ripagare la loro fiducia con i buoni voti e l'impegno come del resto anche tu dovrai fare.

D: Ti sei pentito della tua decisione? 
R: Con gli anni le mie materie preferite sono diventate italiano e latino ma il liceo scientifico dà una buonissima preparazione anche nelle materie di carattere umanistico e letterario.

D: Mi consiglieresti una scuola in particolare?
R: Io ti lascio libero di fare ciò che vuoi anche se per uno indeciso come te consiglierei il liceo scientifico tradizionale dove si fa un po' di tutto così puoi guardare con più calma al futuro.

D: Futuro, tu come hai deciso il tuo lavoro?
R: Anche qui, purtroppo, ero indeciso tra medico e giornalista. Ma alla fine ha prevalso la mia mia passione per la scrittura e per la lettura.

D: Due lavori molto diversi...
R: Si, è vero, erano due aspirazioni molto contrastanti ma vedrai che succederà anche a te.

D: Ti piace il tuo lavoro?
R: Sono felice di aver realizzato il mio sogno e mi piace ancora oggi svegliarmi alla mattina e raccontare le vicende che interessano i cittadini e informarli su ciò che accade nel mondo.

Federico B.

...verso il futuro

È un anno importante questo per me perché dovrò prendere una decisione sulla quale si basa il mio futuro alle scuole superiori. Non ho ancora un’idea ben precisa sul lavoro che vorrò fare da grande, ma proviamo a vedere come ha vissuto questa esperienza una persona più grande di me, ovvero mio papà. 

D: Papà, in questo periodo, in classe con le mie prof e compagni, stiamo trattando il discorso dell’orientamento verso il futuro, ma invece tu potresti dirmi se il  lavoro che fai ti piace?
R: Allora Giuseppe, io all’inizio della mia carriera scolastica, quando ero ancora giovane, volevo diventare avvocato, ma poi ho studiato finanzia e commercio per lavorare in banca. Diciamo che è stato un lavoro trovato per caso perché ai miei tempi, studiare commercio offriva quasi subito un posto di lavoro, poi mi è piaciuto e ora sono soddisfatto.

D: Parliamo del tuo capo, quando si lavora è una persona  che pretende cura e precisione  o comunque quando si lavora vi lascia un po’ di tranquillità?
R: No no, il mio capo è una persona che ci lascia grande libertà, ma comunque pretende sempre il meglio da tutti.

D: Quindi ora, se avessi la possibilità di tornare indietro, quale professione ti piacerebbe fare?
R: Vorrei studiare giurisprudenza per diventare avvocato, perché fare un lavoro che piace, guadagnando anche qualcosina in meno, dà molta più soddisfazione.

D: Un’ultima domanda: cosa ti aspetti che io faccia da grande?
R: Mi aspetto che tu scelga degli indirizzi di studi che ti permettano di  fare il lavoro che più ti piace per il futuro, ma il consiglio che ti posso dare è quello di studiare benissimo le lingue e l'informatica che oggi sono fondamentali.

                                                             Giuseppe M. C.

Conversazione con mio padre

Tutti noi ora stiamo vivendo un periodo molto delicato caratterizzato dalla scelta della nostra futura scuola. Però dobbiamo pensare che anche i nostri genitori hanno vissuto questa esperienza.

D: Papà, quale scuola secondaria di secondo grado hai frequentato?
R: Ho frequentato un istituto tecnico industriale statale (ITIS) indirizzo perito industriale con specializzazione elettrotecnica.

D: È stata una scelta facile o difficile? Perché?
R: Abbastanza facile perché questa scuola ti dava la possibilità di studiare cinque anni per poi accedere o all'università o al mondo del lavoro. La scelta è stata però molto facilitata grazie all'aiuto dei miei professori delle medie.

D: Ti sei mai pentito di questa scelta?
R: No.

D: Durante questi i cinque anni delle superiori hai mai avuto delle difficoltà?
R: Sì, perché in seconda superiore non avevo più voglia di studiare ma volevo andare a lavorare (la mia crisi era dovuta alla voglia di avere qualche soldo in tasca). Però ho tenuto duro e ho continuato a studiare anche se in terza ho preso un debito in storia.

D: Avresti voluto fare l'università? E hai potuto?
R: Sì, volevo fare ingegneria ma non ho potuto perché non avevo possibilità economiche.

D: Dopo la scuola hai fatto qualcosa o sei entrato subito nel mondo del lavoro?
R: Dopo le superiori ho fatto militare per un anno esatto e poi ho iniziato a lavorare.

D: Quale è stato il tuo primo incarico? Ti è piaciuto?
R: Il mio primo incarico è stato l'operaio in una industria artigianale di porte. Mi è piaciuto molto.

D: Quanti tipi di altri lavori hai fatto?
R: Ho ricoperto numerosi ruoli sempre in quella azienda finché sono diventato responsabile della produzione.

D: Il lavoro attuale ti soddisfa?
R: Certamente. In questi tre anni ho lavorato in proprio in una azienda appartenente alla mia famiglia.

D: Hai qualche aspirazione che non hai mai potuto realizzare? Se sì, quale?
R: Sì, avrei voluto fare il dirigente di una centrale idroelettrica.

D: Guardando al futuro cosa immagini?
R: Immagino di progredire con la realtà di piccolo imprenditore e di far crescere sempre di più la mia piccola azienda.

Francesco B.



Intervista alla mamma: i progetti e il lavoro

Ecco in questa intervista i progetti di adolescente, le scelte, la vita e il lavoro attuali.

D: Mamma, devo prendere una decisione importante quest’anno: devo decidere quale scuola superiore è più adatta a me. Tu come hai scelto la scuola superiore? Hai avuto difficoltà ? Avevi dubbi? Sapevi già cosa volevi fare da grande?
R: A dir la verità io dall’età di otto anni sapevo che avrei voluto fare il medico, quindi la scelta della scuola superiore era condizionata all’iscrizione ad un liceo, per potermi preparare adeguatamente all’Università che avrei voluto frequentare.

D: Perché non l’hai fatto il medico?
R: Perché era un corso di laurea troppo lungo e costoso e mia mamma, tua nonna, non poteva permettersi di farmi studiare per almeno 9 anni… Lo sai sono la prima di tre sorelle.



D: Perché allora hai scelto di fare l’avvocato?
R: In realtà, è stata una scelta di “ribellione”: non volevo scegliere una facoltà scientifica che mi ricordasse quello che, anche a 19 anni, era il mio desiderio. Era più facile accettare di fare tutt’altro rispetto a Biologia o Scienze dell’alimentazione, ossia le facoltà che avevo preso in considerazione come alternativa. Tra l’altro i miei voti era molto più alti nelle materie letterarie che in quelle scientifiche. Chimica e fisica non mi piacevano poi molto, eppure erano fondamentali in quelle facoltà. Questa è stata una valutazione importante per spingermi ad iscrivermi a Giurisprudenza.

D: Cosa ti piace di più del tuo lavoro?
R: Il rapporto con le persone, riuscire a risolvere i loro problemi. Poi studiare, capire come applicare la legge alla realtà e scrivere.

D: E’ dura alzarsi presto e finire tardi?
R: E’ una questione di responsabilità: hai preso degli impegni verso altre persone e devi fare tutto il possibile per riuscire ad ottenere il massimo risultato possibile. Poi il mio lavoro è fatto di scadenze periodiche che devi rispettare per non fare “danni” gravi e qualche volta irrimediabili!

Rebecca A.

In gita nell'Ottocento

Il 7 novembre 2013 la classe terza della scuola Sant’Ambrogio è andata in gita al villaggio Crespi d'Adda, dove si trova una delle più importanti industrie dell'Ottocento.

La loro giuda li ha portati a vedere la fabbrica dall’esterno perché ora è chiusa per ristrutturazion
i: da lontano si nota subito l'immensa ciminiera.

Subito dopo gli alunni sono andati a visitare il lavatoio di fianco al quale si trovavano le docce: alla fine della giornata per gli operai era un obbligo lavarsi e si poteva accedere con un apposito biglietto.

La visita è proseguita al cimitero dove è presente la tomba di famiglia dei Crespi, accessibile solo con la chiave affidata al custode. All’ingresso non c'erano tombe tradizionali, ma delle specie di ceppi a forma di croce.

Proseguendo con emozione la visita, gli alunni hanno visitato la centrale idroelettrica, che sta vicino al corso del fiume Adda.

Alla fine della visita è sorta una domanda "Perché sichiama Crespi?", perché il proprietario del villaggio era il signor Silvio Benigno Crespi.

Andrea Z.





Open Day 2013


martedì 19 marzo 2013

XVIII Mostra del Libro > 18 - 24 marzo 2013

Vi aspettiamo per la XVIII Mostra del Libro.
Molti gli appuntamenti e le occasioni da non perdere!
Ecco qui sotto tutte le informazioni.


lunedì 18 febbraio 2013

Visita a Telenova


Il giorno mercoledì 16 gennaio la classe seconda della scuola parrocchiale Sant'Ambrogio si è recata a Milano per visitare la sede di una nota rete televisiva, Telenova.
Telenova nasce nel 1976 con copertura regionale, sotto il nome di NOVECOTV, grazie a Don Giuseppe Zilli. 
Telenova viene ricordata soprattutto per trasmissioni come Casa Mosca e Nova Stadio. 
Gli studenti, una volta entrati nella sede della rete televisiva, hanno visto il computer che controlla tutto il canale ed è stato possibile visitare lo studio con il "green screen" ovvero una stanza le cui pareti sono ricoperte da una membrana verde che a computer viene sostituita con il colore, l'immagine, il video di cui si ha bisogno. C'è stata l'occasione di usarlo per capire come funziona e scoprire come i vari colori sarebbero apparsi sullo schermo. 
E' stato il direttore, infine, a condurre la scolaresca nella sala comandi dove ha illustrato il procedimento per mettere titoli in sovraimpressione ad un programma.
La rete televisiva ha dato in omaggio alla classe giornali come Il Giornalino e delle penne con il logo della TV.
Il direttore è stato molto gentile e ha risposto alle domande degli studenti più curiosi, risolvendo così dubbi e incertezze.
La sede s'è rivelata molto moderna, anche se molte le persone se l'aspettavano più spaziosa.

Davide N.







Non occorre vedere per guardare lontano

Il 29 gennaio 2013 la classe 2° della scuola Sant'Ambrogio si è recata a Milano per un'uscita didattica. Insieme alle professoresse Arianna Beretta, insegnante di lettere, Agostina Amatucci, insegnante di matematica e Francesca Croci, insegnante di arte, tecnologia e informatica, i ragazzi  hanno visitato l’Istituto dei ciechi in via Vivaio n. 7. Il percorso, assolutamente al buio, ha emozionato tutti per la sua originalità.
I ragazzi hanno utilizzato il treno e la metropolitana per arrivare al Dialogo nel Buio. Appena arrivati hanno aspettato pochi minuti in una sala d’attesa dove hanno stabilito i gruppi con cui vivere un’emozionante esperienza. Poi sono stati accompagnanti da una signora non vedente in una sala in penombra e si sono preparati alla visita. A poco a poco ogni gruppo entrava nel percorso al buio, per esattezza ogni 15 minuti.
Ogni gruppo ha potuto provare le emozioni che prova quotidianamente un non vedente attraverso l’esplorazione totalmente al buio di cinque ambienti che siamo soliti  vivere: giardino, mare, casa, strada e per finire il bar, un’importante esperienza che ha fatto provare l’emozione di gustare una bibita o un caffè seduti ad un tavolo. Quest’ultimo ambiente ha permesso a tutti i partecipanti di porgere domande e curiosità alla guida.
Alla fine del percorso, prima di uscire, sono passati da una camera in penombra dove hanno potuto lasciare delle dediche, considerazioni e suggerimenti su un libro e hanno potuto vedere per la prima volta la guida, che ha dovuto andare via subito, per accompagnare nuovi visitatori.
Mi è piaciuta tantissimo questa nuova esperienza e, anche se c’ero già stata, questo percorso mi ha emozionato ancora una volta.

Cecilia M.

Visita a "Dialogo al buio"


Quest’anno la nostra scuola ha deciso di organizzare un’uscita didattica all’Istituto dei Ciechi per sperimentare le emozioni che prova un cieco. La mattina ci siamo ritrovati nel cortile della scuola e ci siamo diretti in stazione.
Abbiamo preso il treno e siamo andati poi in metropolitana. Arrivati all’Istituto, ci siamo sistemati in una saletta e abbiamo aspettato la guida che poi ci ha condotti in un’altra sala e si è presentata.
Il suo nome era Graziana ed era cieca. Nell’attesa di iniziare il percorso, Graziana ci ha spiegato come un cieco vive la propria vita e come ci si può orientare anche senza l’utilizzo della vista.
Arrivato il nostro turno ci siamo divisi in gruppi. Graziana ci ha spiegato che c’erano cinque stanze diverse che rappresentavano cinque luoghi dove le persone trascorrono la loro vita e che queste stanze erano completamente buie e noi dovevamo orientarci al buio. 
La prima stanza era un giardino. All’inizio era molto faticoso orientarsi senza vedere. All’interno di questa stanza c’erano degli alberi, un toro, una mucca e un ponticello traballante che abbiamo dovuto attraversare senza cadere. 
Nella seconda stanza abbiamo notato un tavolo dove abbiamo cercato di passarci una palla l’un l’altro e cercaro di capire con il tatto cosa era rappresentato sui quadri appesi alle pareti.
Nella terza stanza c'era una banchina: abbiamo toccato l’acqua e siamo saliti su una nave dove siamo restati per qualche minuto. 
Nella quarta stanza ci siamo immersi nella città: infatti abbiamo toccato delle noci e delle nocciole; oltre agli ortaggi del fruttivendolo, c'era anche una moto e una macchina. In questa stanza ci siamo divertiti molto. 
Nella quinta e ultima stanza ci siamo ritrovati in un bar dove abbiamo consumato delle bevande come succhi e coca-cola e tutti insieme abbiamo espresso le nostre opinioni sull'esperienza appena vissuta.
Usciti abbiamo lasciato la nostra firma su un libro, abbiamo ripreso gli zaini e ci siamo diretti verso i nostri compagni.
E’ stata un’esperienza magnifica.

Alessio B.

Visita al Corriere della Sera


La fantastica "gita" della nostra classe alla redazione del Corsera

Mercoledì 16 gennaio, la classe 2a della scuola Sant'Ambrogio si è recata alla sede del Corriere della Sera per una uscita didattica.
Appena entrati i ragazzi si sono messi in posa per una foto che successivamente è stata pubblicata sulla prima pagina del quotidiano.
Il primo luogo che hanno visitato è stata la sala in cui ogni giorno si tiene la riunione della redazione che si tiene alle ore 11 e serve per far capire al direttore e a tutti i redattori quello che dovrà essere pubblicato sul quotidiano il giorno successivo.
In seguito è stato mostrato un filmato in cui era mostrata la vita di un giornalista . Sicuramente non è una vita molto rilassante: al mattino il lavoro non inizia presto ma alle 10. Durante la mattina i giornalisti devono scrivere gli articoli, visti e rivisti  dal direttore del Corsera.
Il momento più stressante per un giornalista è sicuramente il pomeriggio perché se accade un fatto molto importante bisogna inserirlo velocemente in una pagina del giornale. La sera si finisce molto tardi verso le undici/mezzanotte.
Alla fine della visita lo staff del Corriere ha donato a tutti gli alunni dei piccoli ricordi, compresi dei buoni per prendere il quotidiano per una settimana e delle penne colorate.

Gabriele C.




Visita ai mass media: ecco i nostri commenti!


Mercoledì 16 gennaio la nostra classe ha visitato le redazioni del Corriere della Sera, di Telenova e Radio Marconi.
Oggi abbiamo intervistato Francesco, Gabriele, Mirko e Stefano per avere la loro opinione sulla giornata passata insieme.
Ecco le domande che abbiamo posto a tutti.
1. Qual è stato il momento più bello di questa gita?
2. Cosa ti è piaciuto del Corriere della Sera?
3. Cosa ti è piaciuto di Telenova?
4. Cosa ti è piaciuto di Radio Marconi?

Francesco
1. Mi è piaciuto quando siamo andati nella stanza di Radio Marconi perché c'erano consolle, mixer e microfoni per poter registrare e parlare con tante persone in diretta.
2. E' stato molto interessante il filmato.
3. Mi è piaciuto quando siamo andati nella stanza verde che è quella delle riprese.
4. Mi è piaciuto quando siamo andati nella stanza di registrazione.

Sala Albertini, Corriere della Sera

Gabriele
1. Mi è piaciuto molto quando abbiamo corso per prendere il treno.
2. Mi è piaciuto molto vedere com'è la vita quotidiana di un giornalista.
3. Mi è piaciuta la sala tutta verde perché mi affascinano le telecamere.
4. Mi è piaciuto molto la registrazione perché mi ha fatto ridere.

Radio Marconi

Mirko
1. Mi è piaciuto molto quando abbiamo visto il filmino perché è stato interessante.
2. Mi è piaciuto il film che è stato, oltre che bello, anche istruttivo.
3. Mi è piaciuto quando abbiamo visitato la stanza verde.
4. Mi è piaciuto quando abbiamo capito come si registra una trasmissione.

Telenova

Stefano
1. Mi è piaciuto quando siamo andati in sala riunioni.
2. Mi è piaciuto molto il filmato.
3. Mi è piaciuto quando abbiamo "registrato" nella sala.
4. Mi è piaciuto quando il ragazzo ha "cambiato" la voce a chi leggeva.

Matteo T.

Breve storia della fotografia


Fotografia deriva dal greco e letteralmente significa “scrivere con la luce”. Infatti la fotografia è un processo per la registrazione permanente di un’immagine proiettata attraverso un sistema ottico su un elemento fotosensibile.
La fotografia nasce dagli studi effettuati nel campo dell’ottica, con lo sviluppo della camera oscura, della chimica e con lo studio delle sostanze fotosensibili.
L’invenzione della fotografia viene attribuita al francese Joseph Nicephore Niépce che nel 1816 ottenne la sua prima immagine fotografica.
Da allora vengono perfezionati sia i processi che i materiali fotografici e intorno al 1880 abbiamo i primi apparecchi fotografici portatili.
Agli inizi la fotografia era solo in bianco e nero poi, attraverso vari studi ed esperimenti, si arrivò alle prime foto a colori intorno al 1935; anche gli apparecchi fotografici diventarono sempre più sofisticati e meno ingombranti.
Grazie al progresso tecnologico oggi è possibile scattare una foto anche da un piccolo telefono, sebbene a volte la definizione non sia ottima.

Maya C.

Thailandia: un Paese meraviglioso

La Thailandia è un Paese che si trova nell’Asia meridionale e confina con il Laos, la Cambogia e la Malesia. La parola Thai significa “libero” e la lingua ufficiale è il Thailandese. Molto tempo fa la Thailandia veniva chiamata Siam. La religione della Thailandia è il Buddismo che venne trasmesso dal popolo Mon;  in alcune parti della Thailandia vi sono piccole comunità di religione induista. La Thailandia nel 1932 divenne una monarchia costituzionale, qui infatti c'è il re che è una persona saggia e aiuta molto i poveri.
Il clima vede un periodo fresco e asciutto, da novembre a febbraio, quando soffia il monsone nord-occidentale; un periodo molto caldo, da marzo a metà maggio; la stagione delle piogge, da maggio a novembre, determinata dal monsone sud-occidentale. Quasi il 70% della popolazione si dedica all'agricoltura.
Il riso, che è l’alimento base, è coltivato nelle pianure del Chao Phraya e del Mekong. Mais e manioca sono altri due prodotti coltivati nel Paese, insieme a banane, caffè, tabacco, ananas, canna da zucchero e iuta, che costituiscono le colture da piantagione principali. La ricca vegetazione della Thailandia fornisce vari tipi di legname pregiato, come il teak, il sandalo, il sapan e l’ebano.
Nel settore minerario, la risorsa principale è lo stagno. Piombo, zinco, antimonio, sale, manganese, lignite, petrolio e gas naturale rappresentano altre produzioni di rilievo. Le industrie principali sono rappresentate dal tessile, agro-alimentare, produzione di cemento e metallurgia dello stagno. La Thailandia esporta prodotti elettronici, caucciù e autoveicoli. Vestiario e calzature, diamanti e preziosi, derivati del petrolio, in aggiunta a riso, crostacei e molluschi sono gli altri prodotti più esportati dalla Thailandia. Anche il turismo è molto importante per l'economia di questo Paese.

Andrea A.

Milan - Udinese

Domenica sera con inizio ore 20.45 si è giocata la partita Milan-Udinese, 4° di ritorno di serie A. Il match era molto atteso per il debutto in rossonero del neo-acquisto Mario Balotelli. Passano appena 36” dal fischio di inizio e subito Mario sfiora il gol. Altra grossa occasione per il  Milan al 10’ con Niang prima e Balotelli poi. Al 12’ l’arbitro estrae il primo cartellino giallo della serata che viene mostrato a Pinzi dell’Udinese per fallo su Nocerino. Al 15’ altro giallo, questa volta per il milanista Montolivo. Siamo al 20’ e il Milan sfiora ancora il gol con El Shaarawy, passano solo 4’ e Super Mario porta in vantaggio il Milan su passaggio del “faraone”. Per vedere il primo  attacco dell’Udinese dobbiamo aspettare il 36’ con Di Natale che non riesce però a concludere l’azione. Ancora un giallo per un giocatore bianconero, Domizi, per fallo su Balotelli. Finisce il primo tempo col risultato di 1-0 a favore del Milan.
Inizia il secondo tempo e subito si vede un Udinese più aggressivo. Ci prova ancora Di Natale al 51’ ma senza successo; è al 54’ che arriva il pareggio con Muriel lanciato da Pinzi. Gol realizzato anche grazie alla difesa del Milan che si è sbilanciata lasciando libera la porta. I rossoneri tentano di riportarsi in vantaggio, ma è bravo il portiere Padelli su tiro di Abate al 60’. L’Udinese incoraggiato dal pareggio comincia ad avanzare e il Milan è costretto a chiudersi in difesa. Arrivano al 67’ i primi cambi di entrambe le squadre per i bianconeri fuori Muriel dentro Pereira, mentre per i rossoneri esce Nocerino ed entra Bojan. Nei minuti successivi Balotelli spreca un paio di occasioni mentre Bojan fatica ad entrare in partita. Al 75’ bel gesto di fair play da parte di El Shaarawy che, visto a terra il giocatore bianconero Pinzi, butta fuori la palla. Al 77’ grande tiro di Niang che finisce sulla traversa, cade Balotelli in area ma non è rigore. Al 79’ altro doppio cambio nell’Udinese entra Merkel al posto di Pinzi e nel Milan Niang lascia il posto a Robinho. Il Milan rischia grosso al 82’ su tiro di Merkel che El Shaarawy riesce a deviare. Al 85’ fallo di mano di Pasta punizione per i rossoneri che non sfruttano l’occasione.
Vengono dati 3’ minuti di recupero. Arrembaggio del Milan che tenta il tutto per tutto e al 91’ arriva il calcio di rigore per i rossoneri per un atterramento in area di El Shaarawy da parte di Heurtaux. Rigore molto dubbio. Dagli undici metri calcia Balotelli che segna dando così al Milan la vittoria che gli permette di agganciare in classifica l’Inter e di portarsi a meno 3 punti dalla zona Champion.
A fine gara molte proteste da parte di giocatori e dirigenti dell’Udinese per il rigore, che effettivamente non c’era, come ammesso poi anche dai milanisti.  

Niccolò P.

Specialità tipiche a tavola


Inauguriamo una nuova rubrica che si occuperà delle specialità e dei piatti tipici italiani.

Partiamo con due piatti tipici della nostra regione, la Lombardia: ossobuco e cotoletta alla milanese.

Ossobuco: L'ossobuco è un taglio di carne di bovino da cui deriva un tipico piatto milanese. Ci sono vari modi di prepararlo. Può essere servito come seconda portata, ma può anche accompagnare il risotto allo zafferano. La parte da cucinare proviene dalla tibia della vitella, da cui si ricavano fette di carne contenenti l'osso, con un buco che contiene il midollo. Parte integrante della ricetta dell'osso buco alla milanese è la gremolada, una specie di sughetto finissimo a base di aglio, scorza di limone e prezzemolo.

Cotoletta alla milanese: La cotoletta consiste, tradizionalmente, in una fetta di lombata di vitello con l'osso, impanata e fritta nel burro, che alla fine viene versato sulla cotoletta stessa. Il burro, per una versione più leggera, può essere sostituito dal limone spremuto. Oggi esistono due versioni: una più "alta" dove la carne resta morbida, e una più "sottile" che richiede la battitura della carne prima dell'impanatura. Quest'ultima viene anche detta "orecchia d'elefante", per la caratteristica forma che assume. Una recente versione della cotoletta, preparata soprattutto nella stagione estiva, prevede di servirla fredda coperta da pomodori, tagliati in pezzi sottili, e rucola.
La cotoletta è al centro di una disputa fra la cucina italiana, che appunto la considera milanese, e la cucina austriaca, secondo cui sarebbe solo una versione della Wiener Schnitzel viennese. Forse versioni di Schnitzel precedenti a quella milanese esistevano già in Austria, ma infarinate e non impanate: lo suggerirebbero delle note a margine di un rapporto - più leggendario che reale - del maresciallo Josef Radetzky che riportavano di una cotoletta cucinata a Milano che prima era passata nell'uovo e poi fritta nel burro, e che a differenza della viennese era impanata.

Christian G.

Giochi studenteschi: tennis tavolo


Francesco e Alessio
Venerdì 1° febbraio si sono svolti i Giochi Studenteschi di tennis tavolo organizzati dal Comune di Seregno.
Numerose le presenze delle più importanti scuole del territorio.
Grandi risultati sono stati raggiunti dagli alunni della nostra scuola che hanno vinto numerose medaglie. Come ad esempio Alessio Beni che è arrivato primo, Francesco Di Biase secondo, Rebecca Arosio prima, Ilaria Martin seconda e Sara De Vito terza.
Spiccano i risultati della sezione femminile della scuola elementare e le 5 medaglie vinte dai ragazzi della scuola secondaria.
C’era tanta gente e alla chiamata di un proprio compagno si faceva il tifo.

La professoressa Patrizia Chinaglia era molto contenta degli ottimi risultati dei suoi alunni.
La partecipazione e tanto divertimento sono stati i veri vincitori di questa edizione dei Giochi Studenteschi.

Francesco D.B.

Orrore: la pagella!


È stata una giornata lunga e faticosa: la scuola. I compiti, il nuoto, gli amici e i genitori. Non vedete l’ora di andare a letto, appena appoggiate la testa sul cuscino, le palpebre si fanno sempre più pesanti. All’improvviso vi ritrovate in un’aula vuota. Ad un certo punto notate sulla cattedra la presenza di due fogli apparentemente innocui, vi avvicinate e… ORRORE!!! Ci sono segnati dei voti! Non c’è alcun dubbio; è temuta da tutti gli studenti, è l’arma letale degli insegnanti: la pagella!
Una prof irrompe nella stanza: “È arrivato il momento delle consegne. Gino, 4 in condotta!” 
Urlate dalla disperazione. Ad un tratto quei piccoli fogli diventano giganteschi palazzi di carta su cui si affacciano scure ombre a forma di numeri sconcertanti. Vi si appanna la vista, vi gira la testa, però una vocina vi chiama in mezzo a tutto quel frastuono:
- “Chi sei tu?” domandate
- “Ma come chi sono?! Sono il tuo migliore amico, l’unico 6 in mezzo a questi brutti voti che ti fanno tanto soffrire!”
I palazzi vi schiacciano sempre di più e… cadete dal letto con un tonfo.
Era solo un sogno! Incrocio lo sguardo di mia madre vestita in ghingheri.
- “Dove vai così ben vestita, mamma?” le chiedete.
- “Ma come, non ricordi? Oggi è il gran giorno in cui ci daranno la tua bellissima pagella.”

ORRORE! Mi sbagliavo, l’incubo non è finito, è appena iniziato...

Francesco B. e Giuseppe M.C.

martedì 12 febbraio 2013

Viaggio ad Atene

Atene è una città magnifica e particolare. È circondata dalle montagne ma con uno sbocco sul mare e la varietà di paesaggi è il suo punto di forza e la sua caratteristica.

Il Partenone
Il Partenone è la sua prima attrattiva turistica ma è stato rovinato dai saccheggi e dalle gru che lo stanno momentaneamente restaurando. Invece è meno famoso ma molto bello il tempio di Athena Nike dedicato alla dea stessa.
Dal retro del Partenone si apre una terrazza da cui si può vedere la città dall’alto. Quello che colpisce qualsiasi turista è che la città è gigantesca ed è composta da una miriade di case tutte bianche. Se poi si vede il tramonto vi assicuro che è uno spettacolo indescrivibile.

Il tempio di Atena Nike
Consiglio di fare un giro più approfondito della città con il bus scoperto a due piani che vi porterà a vedere e vi spiegherà, grazie all’audio guida, tutto ciò che un turista appassionato e intraprendente desidera. La cosa che meglio rappresenta Atene sono i suoi quartieri.
I più tipici sono Monastiraki, la Plaka e Singtagma.
Il primo è un mercato di antiquariato che per gli appassionati di monete è un occasione unica. La Plaka è molto famosa per i suoi ristoranti, con tavoli e sedie che a volte si “arrampicano” anche su gradinate, e per i locali. Sintagma è la piazza principale dove si svolge anche il cambio della guardia con i soldati vestiti con i materiali e i colori del folklore locale. Una curiosità: le guardie hanno un gonnellino con 450 pieghe e devono stirarlo da soli!
Monastiraki

I prodotti locali non mancano e sono molto influenzati dalla cultura orientale. Il cibo è molto speziato con il cumino e i piatti tipici sono la mussaka, una specie di pasticcio di melanzane, il souvlaki, degli spiedini, le salsicce speziate, il giros pita una specie di kebab e per dolce non c’è una vera specialità ma di solito essi sono al miele. La feta é il formaggio locale per eccellenza. Una cena o un pranzo in un bel ristorante costa al massimo 20€.
Anche i saponi vengono prodotti in svariati colori e profumi. Un oggetto non molto conosciuto che tutti i Greci hanno è una specie collana con cui giocare che funge da antistress.
Moussaka

Ma il popolo greco è penso la particolarità vera e propria. Senza le loro battute, la loro simpatia e la loro positività Atene perderebbe quel non so che di magico. Con gli Italiani poi sono specialmente a loro agio e si esprimono più apertamente. Così ho capito che lì ognuno è ospitale, solare e socievole. Chi avrà la fortuna di imbattersi in qualche simpatico e chiacchierone abitante capirà cosa c’è che non va veramente in Grecia perché non c’è solo la crisi e i telegiornali su certe cose tacciono.

Nicolas, un tassista ormai da molti anni nel settore, dice che ormai Atene è diventata così pericolosa che nessuno esce più di casa se non per necessità primaria. Gente che uccide per un pezzo di pane, succede ed è proprio successo veramente! Quindi la crisi non riguarda solo la mancanza di soldi ma anche la sicurezza per i cittadini. È rinata la criminalità organizzata e nessuno la combatte perché anche la polizia sembra essere crollata come l’economia.
Piazza Sintagma
Quest’uomo di quarant’anni può essere considerato un eroe perché ha tre figli, una moglie e un lavoro che sicuramente non gli frutta abbastanza soldi e lo fa girare per il mondo tenendolo lontano dalla sua famiglia perché stando solo Atene non riuscirebbe a portare a casa un centesimo. Ma non si lamenta, anzi si ritiene fortunato e pur sapendo che il futuro non sarà limpido non vuole lasciare la sua Nazione perché gli piace il suo cibo e vuole allevare i suoi figli dove lui è stato cresciuto. Dice che anche il turismo sta calando perché le televisioni rappresentano questo Paese come una nazione devastata dall’odio e dalla guerra. La gente ci crede. Non si vede un americano o un inglese perché la BBC è quella che dà più allarmismi inutili.
Nicolas non è l'unico eroe ma solo uno degli eroi che popolano questo Paese meraviglioso: ve lo posso garantire e giurare. Atene è sicura! Andate in Grecia, dove l’unico rischio è di non voler più tornare a casa!

Federico B.