venerdì 16 novembre 2012

A spasso per Barcellona con Gaudì


Qualche settimana fa ho visitato Barcellona. È una città che si affaccia sul mar Mediterraneo ed è la capitale della Catalogna, regione a statuto speciale della Spagna.
È anche una grande città metropolitana, la seconda della Spagna, che ha ospitato l’Expò e le Olimpiadi estive del 1992.
Barcellona ha un grande porto, tappa obbligata per le crociere nel Mediterraneo e per chi vuole traghettare per le isole Baleari, ma anche grande porto commerciale che ho visto dall'alto del castello di Monjuic.
Questa cittadina è famosa per le sue ramblas, grandi viali pieni di vita, diurna e soprattutto notturna, per la sua gente generosa e vivace, per le tapas, stuzzichini serviti a tutte le ore.
È anche famosa per aver dato i natali e la possibilità di esprimersi ad Antoni Gaudì: grande architetto che caratterizza il liberty spagnolo secondo una particolare visione dell’architettura. Egli dichiarava di costruire rifacendosi alla natura, alle forme che si ritrovano negli alberi, nelle conchiglie, negli alveari, ecc. perché non c’è miglior struttura di quella già consolidata nel creato e Dio non può essere superato. Per questo affermava che le strutture naturali erano morbide, bombate e mai formate da linee rette.
Nasce così un architettura quasi fiabesca, sognatrice, piena di colori che si inseriscono nell'architettura attraverso la tecnica del “trencadìs” e l’uso della ceramica, del legno e del ferro, materiali piegati alle forme sinuose da Gaudì.
I monumenti più importanti e famosi costruiti da Gaudì si incontrano passeggiando lungo Passeig de Gracia, grande viale alberato sviluppatosi alla fine dell'Ottocento, lungo il quale sorse il quartiere residenziale dell'epoca, l'Eixample, costruito fuori dalle vecchie mura del Barrio Gotico e dalla Ciutad Vella.
Così lasciata la rambla Catalunya, che inizia sul mare sotto il monumento a Cristoforo Colombo (che indica la direzione del nuovo continente), ed attraversata plaça Catalunya, si apre il grande viale dei negozi più di moda, e, a poca distanza dal'altra, ecco le testimonianze del lavoro del grande architetto Casa Batllò, La Pedrera e più oltre La Sagrada Familia.

Casa Batllò
Questo è uno degli edifici residenziali più stravaganti d’ Europa.
Commissionata a Gaudì dalla famiglia Batllò nel 1904 perché rimodernasse un precedente edificio esistente, è stata completamente trasformata nella facciata che spicca sulla sinistra del Passeig de Gracia. 
E’ conosciuta come “casa delle ossa”, perché le strutture della facciata principale sono date da colonne sagomate che ricordano la forma di ossa, o anche come “casa del drago”, perché il tetto ha una forma sinuosa ed i colori azzurri, lilla e verdi delle ceramiche che lo rivestono, ricordano il dorso di un drago.
La facciata – sul piano nobile - è interrotta da balconi e grandi finestre a forma di onda che nella parte superiore riportano inserti di vetro lavorato e colorato che movimentano la facciata. Ma linee e movimenti si trovano anche all’interno, con soffitti a forma di spirale o con forme bombate che richiamano conchiglie e bolle naturali.
Tutto è turbinio di linee e di movimenti ma anche colori visto che Gaudì riveste le pareti del piccolo cortile centrale di maioliche blu degradanti: per schermare la luce del sole mediterraneo, inserisce le tonalità più scure nella parte alta, tonalità che schiarisce man mano che scende, sino quasi al bianco. La tecnica favoriva l’ingresso della luce e la ceramica permetteva alla luce di riflettersi e di raggiungere anche la parte più bassa del cortile.
Altri dettagli, in legno e/o in ferro, testimoniano l’attenzione di Gaudì per la luce e per l’aria, visto che ha inserito alla base delle finestre griglie regolabili per evitare di avere stanze non arieggiate e/o non illuminate naturalmente.
Nella soffitta Gaudí adottò una ingegnosa soluzione architettonica basata sull'utilizzo del cosiddetto arco catenario, che consente una distribuzione dei carichi eliminando la necessità di colonne, muri e contrafforti: il risultato si può vedere nei corridoi della lavanderia comune e nella stanza “stenditoio” che, in particolare, richiama una caverna o la cassa toracica di un grande animale come una balena. 
Particolare sicuramente anche l’architettura dei camini, riuniti insieme e rivestiti di ceramiche colorate che danno un effetto fiabesco e onirico.
In questa come nelle altre sue costruzioni, Gaudì si occuperà anche degli arredi, delle porte ed addirittura delle maniglie e dei numeri da apporre sui singoli appartamenti.
Infine, non posso dimenticarmi della grande fortuna che ho avuto: ho assistito ad uno spettacolo di musica e luci davanti a Casa Batllò per i suoi cento anni: è stato bellissimo. Con le luci hanno riprodotto la casa, prima che Gaudì la ristrutturasse, raccontando la storia della sua trasformazione. La musica ha accompagnato lo spettacolo mentre un grande drago dal tetto si muoveva sulla facciata. Luci, musica e rumori delle antiche attività hanno dato spettacolo che si è concluso con il ritratto di Gaudì.






La Pedrera o Casa Milà
Costruita nel 1905 da Gaudì, ufficialmente viene chiamata Casa Milà, dal nome dei committenti, ma poi diviene famosa come La Pedrera, ossia la cava di pietra; con questo edificio egli desiderava superare in grandiosità e lusso qualsiasi altra costruzione fosse presente nella sua epoca.
L’edificio posto ad angolo, è solamente rivestito da pietra lavorata per dare un effetto ondulato, come se la pietra fosse erosa dal movimento delle onde. Movimento richiamato dalla particolarità delle inferriate dei terrazzi, irregolari con effetto naturalistico ed irreale.
L’elemento più straordinario di Casa Milà è il tetto, caratterizzato da enormi comignoli simili a variopinti cavalieri, anch’essi riuniti e massicci, rivestiti di maioliche monocromatiche. Di qui si gode una bella prospettiva della città e poco distanti le gru della Sagrada Familia.
Il piano sottostante è certamente il più affascinante dal punto di vista architettonico, poiché Gaudì, utilizzando il cemento armato, eleva ben sei piani, su una struttura “a ruota di bicicletta” che gli consentiva di seguire morbide curve, come quelle degli ingressi e dei soffitti, e di non condizionare le strutture interne degli appartamenti. 
Tocchi inaspettati e suggestivi sono sparsi qua e là, poiché Gaudì costruiva ma arredava anche secondo la sua filosofia, dai lampadari alle testiere dei letti. Ne è riprova l’appartamento dell’ultimo piano dove sono conservati alcuni arredi originali (gli altri sono a Casa Gaudì).
Anche a La Predrera, Gaudì fa ampio uso degli archi a catenario, questa volta utilizzando mattoni che lascia a vista nell’ultimo piano, dove è ospitato un piccolo museo sui suoi studi e progetti. I piani inferiori dell’edificio ospitano spesso esposizioni d’arte ed anche concerti, poiché anche l’acustica trovava in lui particolare attenzione.





La Sagrada Familia
La Sagrada Familia rimane, senza alcun dubbio, il monumento più visitato di tutta la Spagna ma il visitatore più importante e atteso è certamente stato Papa Benedetto XVI che ha consacrato la basilica alla Sacra Famiglia, appunto, nel 2010.
La Sagrada Familia è una costruzione straordinaria che incute un timore reverenziale, anche soltanto per il suo straordinario slancio verticale, fatto di guglie e torri.
E’ ancora in costruzione dopo oltre un secolo dalla posa della prima pietra avvenuta nel 1882; nel 1883 l’incarico venne assegnato a Gaudì che modificò parzialmente il progetto originario e che vi si dedicò fino alla sua morte, riuscendo a vedere compiuti solo i lavori della facciata della Natività.
Il progetto prevede una pianta a croce greca, con una torre centrale di 170 m. posta sopra il transetto, rappresentante il Cristo, quindi altre 17 torri, alte 100 m ed anche di più, rappresentanti i dodici apostoli (quattro su ognuna delle tre facciate), la Vergine Maria ed i quattro evangelisti.
A causa della sua avversione per le linee rette, concepisce le torri con profili curvilinei, rivestite da sculture che sembrano quasi uscire dalla roccia, se non addirittura scolpite nella roccia.
Ogni facciata della chiesa è decorata da sculture e dedicata a: la Natività, la Passione e la Gloria del Cristo. Le prime due sono state completate, anche se la parte più antica sta richiedendo già interventi di restauro, mentre la facciata della Gloria è ancora in lavorazione.
La facciata della Natività è stata curata da Gaudì che ha rappresentato lo Spirito Santo con bianche colombe poggiate su di un verde albero che spicca sulla facciata di pietra scolpita; la tecnica è sempre quella dell’uso del vetro e/o della ceramica inserita nella materia per dare morbidità alle linee e naturalezza e colore alla composizione. Delicata è poi la rappresentazione della Sacra Famiglia posta sopra la porta d’ingresso.
La facciata della Passione è stata curata dallo scultore Josef Subirachs che, utilizzando tagli spigolosi ai visi dei vari personaggi, ha dato pieno senso al dolore della Via Crucis. Non si scorda però di Gaudì che inserisce tra i personaggi.
Se le facciate da sole meritano accurata visione, per scoprire i simbolismi rappresentati, gli interni lasciano il fedele, così come l’ateo, a bocca aperta: Gaudì aveva concepito la chiesa con grandi altezze, dove si esprimono le volte dei suoi archi catenari che si susseguono sostenendo le grandi torri previste all’esterno. L’effetto è quello di una solenne foresta, con un groviglio intricato di rami. Luce e colore caratterizzano le navate laterali secondo rappresentazioni che esprimono la spiritualità di Gaudì, mentre la navata centrale è ancora in attesa di ricevere i vetri che esalteranno la “Gloria” del Cristo.
L’altare, circondato da immense canne d’organo, è sontuoso con il crocefisso circondato da una grande corona con decori naturalistici dorati e grappoli d’uva. 
Ai tempi di Gaudì vi era grande lavoro manuale ed artigianale, oggi i team di architetti che lavorano al completamento della sua opera, usano macchine specifiche per il cemento armato ed il computer per rendere il lavoro il più regolare e simile ai suoi progetti.
Si prevede che Sagrada Familia possa essere completata verso il 2026.





I due passi per Barcellona che vi ho descritto mi hanno lasciato nel cuore l’arte di Gaudì che affascina per la sua straordinaria fantasia e per il fatto che le sue costruzioni risalgono alla fine dell’Ottocento.
Certo vi è anche molto di più da vedere e ricordare di questa città, la Bocheria, il colorato mercato della rambla, il museo Picasso, il museo d’arte contemporanea, le chiese storiche e le strutture più moderne della città nuova. Non per ultimo lo stadio della città, il camp Nou, dove gioca la squadra più titolata al mondo, il Barça.
Spero proprio di poterci ritornare ancora per apprezzare nuovamente le sue bellezze.

Rebecca A.